A quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti, il governo sta valutando di prorogare lo stato d’emergenza legato al Covid-19 al 31 gennaio 2021. Un mese in più, dunque, rispetto alle ipotesi circolate negli ultimi tempi relative al 31 dicembre. La proposta sarebbe stata valutata, positivamente, nel corso della riunione di ieri sera tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza seguita al Consiglio dei ministri. Con la lenta ma progressiva risalita dei contagi nel nostro Paese e la situazione più che allarmante in Europa, sembra infatti sempre più probabile che il Governo decida di imboccare la strada del prolungamento in modo da gestire eventuali criticità che dovessero presentarsi nei mesi invernali con più facilità. Lo stato di emergenza, per ora fissato al 15 ottobre, taglierebbe così l’infelice traguardo di un anno, visto che venne decretato esattamente il 31 gennaio del 2020. Nel corso della stessa riunione sarebbe stata sottolineata anche la necessità di spingere sulla diffusione di Immuni, la app per la gestione del contact tracing dei contagi. Da qui, l’idea di una sorta di ‘maratona tv’, proposta dal ministro della giustizia e capo delegazione M5S Alfonso Bonafede, per convincere e spingere gli italiani a scaricare la app. Naturalmente la decisione impatterà su diversi aspetti della vita dei cittadini, a partire dalla necessità di reintrodurre misure simili a quelle viste nel periodo di lockdown e immediatamente successivo relative allo smart working, al blocco dei licenziamenti e alle misure di distanziamento necessarie
Smart working
La decisione avrà ovviamente conseguenze dirette su le altre misure in tema di produzione, mobilità, lavoro e tutti gli altri aspetti della vita quotidiana. Con la scadenza del 15 ottobre ad esempio si chiuderebbe la procedura semplificata che consente ai datori di lavoro di decidere unilateralmente per l’adozione del lavoro agile. Il giorno dopo lo smart working tornerebbe ad essere disciplinato dalla della legge 81 del 2017 che prevede di dover stipulare l’accordo individuale con il singolo lavoratore.
La ministra del lavoro Nunzia Catalfo ha comunque annunciato di voler intervenire a prescindere sulla legge istitutiva del lavoro agile, manifestando l’intenzione di modificare il meccanismo esclusivo dell’accordo individuale preso tra l’azienda e il singolo lavoratore, per rimettere la decisione in capo alla contrattazione collettiva, tramite quindi accordi di livello nazionale.
Protocolli anti-contagio sui luoghi di lavoro
Naturalmente resterebbero attive tutte le misure imposte dal legislatore sulle misure di contenimento, a partire dalle distanze interpersonali, sui luoghi di lavoro.
“Una mera proroga di termini dello stato di emergenza, a mio avviso, non richiede particolari modifiche ai protocolli aziendali vigenti – ha sottolineato al Sole 24 Ore Sandro Mainardi, ordinario di diritto del Lavoro all’università Alma Mater di Bologna -. Discorso diverso invece se oltre alla proroga il governo intenda varare norme più restrittive per contrastare il virus. In questo caso, i protocolli aziendali andrebbero rivisti, per adeguarli alle nuove previsioni normative”.
Cig e blocco licenziamenti
Anche in caso di prolungamento al 31 dicembre, nessuna modifica immediata è prevista sul fronte Cig-Covid 19 e blocco dei licenziamenti. La prima misura è infatti disciplinata (proroghe, incluse) dai provvedimenti emergenziali varati dal governo in questi mesi, e le ulteriori 18 settimane di ammortizzatore, in parte pagate dallo Stato in parte onerose per le aziende, si esauriranno sostanzialmente fino a fine anno. Stessa sorte, essendo le due misure strettamente legate, per il blocco dei licenziamenti. Anche questa misura scade a fine anno, e finora ha permesso di salvaguardare circa mezzo milioni di posti di lavoro. Sia cig che licenziamenti sono oggetto di riflessione da parte del governo: se sulla cassa integrazione si aspetta la riforma annunciata da Nunzia Catalfo, sui licenziamenti l’attesa è quella di capire cosa succederà da gennaio, quando finirà il blocco.
Tamponi e mascherine
Non solo lavoro, la proroga dello stato emergenza significherebbe la deroga quasi automatica del tampone obbligatorio per gli arrivi in Italia dai Paesi a rischio Croazia, Grecia, Malta, Spagna e Francia.