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Green pass, la bozza di dpcm con i chiarimenti per l’applicazione sui luoghi di lavoro
Di Redazione

Scritto da Redazione

La società cooperativa è nata nel dicembre 2016 sin dalla nascita l’attività prevalente e’ stata quella di offrire servizi alle piccole e medie imprese.

24 Dicembre 2021

anca il parere del Garante della privacy e la firma del premier Mario Draghi al dpcm che contiene i chiarimenti per l’applicazione dell’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, operativo dal 15 ottobre al 31 dicembre, che sarà poi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

Il testo dispone che sono deputati alla verifica del green pass “i datori di lavoro pubblici o privati, e loro delegati, relativamente alla verifica del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 in ambito lavorativo con riferimento al personale e ai soggetti terzi che accedono al luogo di lavoro per ragioni diverse dalla semplice fruizione dei servizi all’utenza e i responsabili della sicurezza delle strutture in cui si svolge l’attività giudiziaria o i loro delegati relativamente ai magistrati”. Aggiunge poi che l’attività di verifica delle certificazioni non comporta, in alcun caso, la raccolta dei dati dell’intestatario in qualunque forma.

Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle che derivano da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica possono richiedere ai soggetti obbligati di rendere le comunicazioni sul certificato con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro.

Ancora, secondo la bozza di decreto, il ministero della Salute rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità, descritte nell’allegato H (non ancora disponibile), che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità del personale effettivamente in servizio, di cui è previsto l’accesso ai luoghi di lavoro, senza rivelare le ulteriori informazioni conservate, o comunque trattate, nell’ambito della Piattaforma nazionale, attraverso l’utilizzo di un pacchetto di sviluppo per applicazioni rilasciato dal ministero della Salute con licenza open source, che consente di integrare nei sistemi di controllo degli accessi, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, le funzionalità di verifica della Certificazione verde COVID-19, mediante la lettura del QR code. Ancora, sarà possibile un’interazione, in modalità asincrona, tra il Portale istituzionale INPS, e la piattaforma per la verifica del possesso del green pass da parte dei dipendenti dei datori di lavoro, con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici. 

È fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) dei green pass sottoposte a verifica, infine il ministero della Salute designa l’Inps quale responsabile del trattamento dei dati effettuato.

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